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Obbligazionario in focus

Decifrando il contesto macroeconomico

Marco Giordano, Investment Director di Wellington Management
4 min di lettura
2026-10-17
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Le opinioni espresse sono quelle dell’autore alla data di redazione. I singoli team di gestione possono esprimere opinioni differenti e prendere decisioni d'investimento diverse. Il valore finale dell’investimento potrebbe essere superiore o inferiore a quello dell’investimento iniziale. Eventuali dati di terzi utilizzati nel presente documento sono considerati affidabili, tuttavia non è possibile garantirne l’esattezza. Destinato esclusivamente a investitori professionali.

Le determinanti dei mercati obbligazionari

  1. La Federal Reserve ha abbassato i tassi di interesse, le altre banche centrali sono rimaste ferme. Nella riunione di settembre 2025, il Federal Open Market Committee (FOMC) ha ridotto il tasso sui federal funds di 25 punti base, portandolo a un intervallo compreso tra 4,0% e 4,25%. Si tratta del primo taglio dei tassi dell'anno, con l'attenzione che si sposta dai rischi inflazionistici ai potenziali rischi per il mercato del lavoro. Il presidente Jerome Powell ha sottolineato che la crescita dei posti di lavoro è diminuita e che sono aumentati i rischi al ribasso per l'occupazione, mentre l'inflazione rimane elevata ma dovrebbe moderarsi. La Bank of England e la Banca Centrale Europea hanno mantenuto invariati i loro tassi di riferimento. Anche la Bank of Japan (BoJ) ha deciso di non modificare i tassi nella riunione di settembre, benché due membri del consiglio abbiano proposto senza successo un aumento di 25 punti base. La BoJ ha anche annunciato l'intenzione di vendere parte degli asset più rischiosi detenuti a bilancio, come ETF e REIT, nel contesto di una graduale normalizzazione della politica monetaria.

    Il nuovo governatore Stephen Miran ha espresso parere contrario a favore di un taglio più marcato; tuttavia, è importante sottolineare che non ci sono stati ulteriori dissensi da parte dei governatori Waller e Bowman. La Sintesi delle Proiezioni Economiche indica aspettative di altri due tagli nel 2025 e una previsione di crescita leggermente più ottimista. Nonostante la decisione di ridurre i tassi, Powell ha mantenuto un tono piuttosto da “falco”, respingendo le pressioni esterne e ribadendo l'impegno della Fed verso il doppio mandato di stabilità dei prezzi e piena occupazione.
  2. Il debito pubblico della Francia è attualmente al centro dell'attenzione. In linea con le previsioni, il primo ministro François Bayrou non ha ottenuto la fiducia del parlamento all'inizio del mese. Successivamente, il presidente Macron ha nominato Sébastien Lecornu come terzo primo ministro nell'arco di un anno, con l'incarico di favorire la formazione di una coalizione volta a gestire il crescente deficit di bilancio. Tuttavia, Lecornu si è dimesso dopo poche settimane, riflettendo lo stato di impasse politica in cui versa il Paese. In questo contesto di turbolenza, Fitch è stata la prima tra le principali agenzie di rating a declassare il debito sovrano francese da AA- ad A+, mentre le decisioni di Moody’s e S&P sono attese rispettivamente per la fine di ottobre e novembre. Si registra una pressione crescente sui rendimenti francesi, che hanno superato quelli italiani, e gli spread rispetto ai bund tedeschi hanno mostrato un aumento significativo rispetto ai livelli minimi osservati durante l’estate.
  3. Dati economici contrastanti, ma emergono segnali di debolezza del mercato del lavoro. La crescita economica degli Stati Uniti è stata rivista al rialzo, raggiungendo un tasso annualizzato del 3,8% nel secondo trimestre, sostenuta dalla spesa dei consumatori resiliente nonostante l'incertezza derivante dai dazi. L'inflazione ha mantenuto un livello stabile, sebbene elevato, con il PCE core e il CPI core su base annua invariati ad agosto rispettivamente al 2,9% e al 3,1%. Come abbiamo iniziato a notare in primavera, il mercato del lavoro statunitense continua a mostrare chiari segnali di deterioramento negli ultimi mesi, in particolare per quanto riguarda la crescita dei salari, scesi a meno di 27mila unità mensili da maggio, e un aumento del tasso di disoccupazione al 4,3%. Un incremento più marcato della disoccupazione si riscontra tra i neolaureati, con valori prossimi ai picchi osservati durante la pandemia, indicando difficoltà nel segmento entry-level del mercato del lavoro in un contesto di incertezza economica.

    Al di fuori degli Stati Uniti, l’inflazione nell’area euro è rimasta stabile, mentre il PMI manifatturiero è diminuito da 50,8 a 49,7, tornando in area di contrazione; parallelamente, la fiducia delle imprese tedesche si è ridotta a causa del peggioramento del sentiment sulle riforme governative. Nel Regno Unito, il PMI manifatturiero ha subito un'ulteriore diminuzione verso livelli di contrazione, mentre il calo più significativo si è registrato nel PMI dei servizi, che è sceso sotto quota 51 per la prima volta da maggio.
  4. La domanda di credito si conferma sostenuta. I fondamentali tecnici del credito globale risultano solidi, con i mercati che hanno dimostrato la capacità di assorbire un volume record di nuove emissioni nel mese di settembre. Sebbene negli Stati Uniti l’emissione di obbligazioni societarie investment grade abbia raggiunto i 200 miliardi di dollari, posizionandosi come il quinto mese più elevato mai registrato, gli spread sono rimasti stabili e le concessioni sulle nuove emissioni si sono mantenute su livelli contenuti. La domanda degli investitori continua ad essere forte, sostenuta da continui flussi di capitale e da una crescente quota di flussi attivi. Dal lato dei dealer, si osserva un livello record di posizioni short sull’investment grade. Sebbene gli investitori restino vigili rispetto alla possibilità incrementi nelle emissioni legate ai programmi di investimento delle imprese, le previsioni indicano che l’offerta netta dovrebbe mantenersi bassa, contribuendo così a prevenire significativi ampliamenti degli spread creditizi nel corso della restante parte dell’anno.
  5. Declassamento dei CMBS. S&P ha declassato 269 tranche di 52 transazioni CMBS statunitensi di tipo single-asset single-borrower (SASB), riflettendo crescenti preoccupazioni riguardo l'esposizione al settore degli uffici e alle vulnerabilità strutturali. Questi declassamenti hanno portato a una maggiore attenzione nel settore del credito strutturato, con gli investitori che mostrano un atteggiamento più cauto verso le operazioni collegate a immobili a uso ufficio in difficoltà o a conduttore unico. Sebbene molte delle obbligazioni interessate fossero già state identificate come problematiche, il declassamento di alcune tranche potrebbe aver incorporato l'incertezza sulle future sfide di rilancio. L'evento evidenzia l’importanza di una costante sorveglianza del credito e mette in luce le diverse strategie adottate dagli asset manager nella gestione del rischio legato ai CMBS.

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