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Sensibilità di portafoglio agli alti e bassi dei tassi di interesse: un’analisi dei fattori chiave

Daniel Cook, CFA, Investment Strategy Analyst
2022-11-30
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Le opinioni espresse sono quelle dell’autore alla data di redazione. I singoli team di gestione possono esprimere opinioni differenti e prendere decisioni di investimento diverse. Il valore finale dell’investimento potrà essere superiore o inferiore a quello dell’investimento iniziale. Sebbene i dati di terzi utilizzati nel presente documento siano considerati affidabili, la loro accuratezza non è garantita.

Punti salienti

  • I rendimenti reali e le aspettative di inflazione, le due componenti dei tassi nominali, possono muoversi in direzioni diverse e avere indipendentemente un impatto sugli asset.
  • Nell’ambito delle materie prime, ad esempio, il petrolio greggio e i metalli industriali hanno risposto positivamente all’aumento delle aspettative d’inflazione ma non hanno avuto alcuna relazione significativa con i rendimenti reali, mentre l’oro ha avuto la risposta più positiva al calo dei rendimenti reali rispetto a qualsiasi altra classe di attività coinvolta.
  • La sensibilità degli asset alle variazioni dei tassi d’interesse può variare nel tempo, spesso a seconda del regime di mercato.

Quest’anno i tassi d’interesse hanno registrato fluttuazioni notevoli e gli effetti si sono ripercossi sui mercati più ampi. Gli asset allocator ci chiedono spesso come cambieranno i tassi d’interesse in futuro e come potrebbero reagire i loro portafogli. La risposta è articolata e dipende da cosa sta determinando il cambiamento: i rendimenti reali o le aspettative di inflazione. Queste due componenti dei tassi nominali possono muoversi in direzioni diverse (Figura 1) e ciascuna può avere indipendentemente un impatto sugli asset. Cogliere queste relazioni può aiutare gli investitori a gestire il rischio e a comprendere meglio le decisioni che stanno prendendo all’interno dei portafogli.

Figura 1
portfolio-sensitivity-to-interest-rate-ups-and-downs-an-analysis-of-the-key-drivers-fig1

Isolare l’impatto dei rendimenti reali e delle aspettative di inflazione

Abbiamo utilizzato una regressione multivariata in cui la performance della classe di attività è spiegata dalle variazioni dei rendimenti reali e delle aspettative di inflazione, misurate dai tassi di inflazione di pareggio dei titoli del Tesoro protetti dall’inflazione (Treasury inflation-protected securities, TIPS). I beta nella Figura 2 sono una misura di tale sensibilità; mostrano il cambiamento percentuale che la classe di attività subirebbe a seguito di un movimento di un punto percentuale di una delle due componenti, mantenendo costante l’altra. Gli asset nella metà superiore del grafico presentano beta positivi ai rendimenti reali, e quelle sul lato destro presentano beta positivi alle aspettative di inflazione. Per semplificare, le attività nella metà superiore del grafico hanno risposto positivamente all’aumento dei rendimenti reali e quelle nella metà inferiore hanno risposto positivamente al calo dei rendimenti reali. Gli asset sul lato destro del grafico hanno risposto positivamente all’aumento delle aspettative di inflazione e quelli sul lato sinistro hanno risposto positivamente al calo delle aspettative di inflazione.

È anche importante conoscere la significatività statistica dei beta. Quelli che sono significativi a un livello del 10% (il che significa, in parole povere, che c’è una probabilità inferiore al 10% che il beta effettivo sia zero, cioè che non ci sia alcuna relazione) sono indicati dai simboli mostrati nella legenda del grafico (consultare l’appendice per i risultati completi).

Figura 2
portfolio-sensitivity-to-interest-rate-ups-and-downs-an-analysis-of-the-key-drivers-fig2

Come mostra il grafico, le reazioni delle classi di attività ai cambiamenti dei rendimenti reali e delle aspettative di inflazione sono state molto diverse fra loro. Le azioni hanno generalmente risposto positivamente all’aumento dei rendimenti reali e all’aumento delle aspettative di inflazione. È importante notare che le azioni sono state circa due volte più sensibili ai cambiamenti delle aspettative d’inflazione che ai cambiamenti dei rendimenti reali. La relazione con le aspettative di inflazione è statisticamente significativa per tutti gli indici azionari regionali coinvolti, mentre la relazione con i rendimenti reali è statisticamente significativa solo per la metà di essi.

Le materie prime hanno risposto positivamente all’aumento delle aspettative di inflazione. Di fatto, la sensibilità del petrolio greggio alle aspettative di inflazione è più del doppio rispetto a quella delle azioni. Né il greggio né i metalli industriali hanno avuto alcuna relazione con i rendimenti reali: entrambi i beta sono prossimi allo zero con una significatività statistica praticamente nulla. L’oro ha avuto la sensibilità più negativa ai rendimenti reali rispetto a qualsiasi classe di attività coinvolta (il che significa che ha la risposta più positiva al calo dei rendimenti reali) e la relazione è statisticamente significativa. Quindi, se un allocator è preoccupato per l’aumento dell’inflazione, il petrolio greggio e i metalli industriali possono essere buone coperture, mentre l’oro può essere più adatto come…
 

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A cura di
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Daniel Cook, CFA
Investment Strategy Analyst
Boston

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