Man mano che i mercati iniziano ad adattarsi a una nuova era economica, la divergenza tra i blocchi economici a livello globale sta rapidamente diventando realtà – creando in Europa un terreno fertile di opportunità per gli investitori nel reddito fisso.
I fattori che guidano questo riallineamento strategico includono:
- cambiamenti di policy, come l’Agenda America First del presidente statunitense Donald Trump, che costringono i leader di tutto il mondo a rivedere radicalmente le proprie strategie e ad avviare riforme decisive.
- Una risposta trasformativa da parte dell’Europa e una crescente consapevolezza, tra i responsabili politici, che servano ulteriori azioni per affrontare la deglobalizzazione e mantenere la competitività.
Potenziale positivo per i mercati del credito europei
Riteniamo che vi siano importanti implicazioni per gli investitori obbligazionari: i mercati europei del credito investment grade e high yield sono infatti destinati, con ogni probabilità, a trarne i maggiori benefici. Finora, l’impatto di mercato si è reso più visibile sulle azioni, con i mercati europei che hanno registrato maggiori flussi in ingresso. Tuttavia, crediamo che il credito rappresenti il prossimo segmento a beneficiarne, offrendo – a nostro avviso – un ventaglio di opportunità interessanti per gli investitori in grado di sfruttare queste nuove dinamiche.
Fase di trasformazione
L’Europa sta diventando rapidamente più concentrata sugli aspetti interni e più interventista, come dimostrano il programma di stimolo fiscale senza precedenti della Germania e gli sforzi concertati del continente per aumentare la spesa per la difesa. Accanto a questa svolta, emerge anche una spinta più ampia verso la deregolamentazione, volta a liberare il potenziale di crescita interna, rafforzare la resilienza strategica e consentire all’Europa di competere in modo più efficace in uno scenario globale in rapida evoluzione.
Queste iniziative rappresentano un netto allontanamento dall’impostazione fiscale tradizionalmente prudente del continente, indicando un vero e proprio cambio di regime che segnerà senza dubbio il futuro percorso economico della regione. Riteniamo che ciò possa sostenere la crescita, migliorare la produttività e rafforzare la posizione globale dell’Europa, sia in termini di relazioni commerciali sia in termini di attrattività per i capitali internazionali.
Tuttavia, il cammino non sarà privo di ostacoli: il contesto geopolitico potrebbe rivelarsi turbolento e i decisori politici dovranno affrontare questioni strutturali di lungo periodo, come la sostenibilità del debito pubblico in uno scenario di crescita stagnante, rallentamento dei guadagni di produttività e invecchiamento demografico.
Con queste premesse, riteniamo che gli investitori debbano prepararsi a fasi di forte volatilità e a un aumento della dispersione tra diversi emittenti, settori e mercati.
Detto questo, crediamo che la minaccia esistenziale che l’Europa si trova ad affrontare sia un potente motore di riforma e che il cambio di regime in atto stia ormai sviluppando una propria dinamica. A nostro avviso, questa transizione strutturale potrebbe ampliare in modo significativo il ventaglio di opportunità nel reddito fisso europeo e ricalibrare la domanda a livello globale. Inoltre, la storia mostra come i cambiamenti fondamentali creino opportunità per generare alfa a favore degli investitori attivi, capaci di sfruttare la volatilità dei mercati.
Mercati in evoluzione
Il cambio di regime e la trasformazione della domanda degli investitori coincidono con una rimodellazione dei mercati obbligazionari europei. Dalla crisi del debito europeo dei primi anni 2010, abbiamo assistito a un’evoluzione verso mercati più profondi, a una maggiore diversificazione e a un miglioramento della qualità del credito – un processo che oggi sta accelerando.
In particolare, ci aspettiamo che le spinte di lungo periodo delle politiche europee in aree come infrastrutture, difesa, sicurezza energetica e digitalizzazione stimolino un aumento delle emissioni societarie, man mano che le aziende cercheranno di allinearsi alle priorità degli investimenti pubblici.
Un altro trend rilevante è la crescente presenza di emittenti globali nei mercati del credito denominati in euro, soprattutto nel segmento investment grade. Le multinazionali con attività in Europa si rivolgono sempre più ai mercati locali per diversificare le fonti di finanziamento e beneficiare di costi complessivi più competitivi. Questa crescente partecipazione internazionale sta contribuendo ad aumentare la liquidità e ad ampliare l’universo investibile.
Questi sviluppi arricchiscono la gamma di opportunità degli investitori sia nel segmento investment grade che in quello high yield. Inoltre, è probabile che favoriscano una maggiore dispersione tra settori ed emittenti, creando opportunità interessanti per generare alfa nel lungo periodo.
Dinamiche favorevoli della domanda
Anche lo scenario della domanda per il credito europeo sta cambiando. Dalla crisi finanziaria globale, i portafogli hanno mostrato una marcata inclinazione strutturale verso gli asset statunitensi. Tuttavia, questo sovrappeso strategico è oggi sempre più messo in discussione, complice l’indebolimento persistente del dollaro US e i crescenti dubbi sul ruolo dei Treasury americani come bene rifugio.
In particolare, riteniamo che il credito europeo sia ben posizionato per beneficiare di un maggiore interesse da parte degli investitori globali alla ricerca di diversificazione e rendimenti coperti interessanti rispetto alle obbligazioni domestiche. Inoltre, il credito europeo sta diventando sempre più competitivo rispetto agli strumenti a reddito fisso statunitensi, soprattutto considerando i costi di copertura legati a un dollaro in declino. Allo stesso tempo, dazi e pressioni per incrementare gli investimenti interni potrebbero ridurre gli storici surplus di capitale europeo destinati all’estero, aumentando così ulteriormente il bacino di capitali impiegato nei mercati obbligazionari del continente.
Ci teniamo a sottolineare che, molto probabilmente, i rendimenti europei resteranno relativamente elevati, sostenuti da una combinazione di espansione fiscale e prospettive di crescita più resilienti – un contesto che dovrebbe continuare ad attrarre investitori orientati al rendimento, fornendo un solido supporto tecnico ai mercati del credito.
Sfruttare l’ampliamento delle opportunità
A nostro avviso, la combinazione di rendimenti storicamente interessanti, domanda solida e diversificata e la possibilità che gli spread creditizi rimangano ancorati crea un forte argomento a favore della generazione di rendimento totale e flussi cedolari tramite il credito denominato in euro.
Sia per chi investe nel segmento investment grade che per gli investitori nel settore high yield, le nuove dinamiche di mercato sosterranno i rendimenti di lungo periodo. Allo stesso tempo, la volatilità intrinseca che accompagna un cambio di regime evidenzia l’importanza di un approccio attivo.
Per gli investitori in titoli investment grade, l’attuale contesto offre un mix interessante di fondamentali aziendali robusti, ottimo sostegno tecnico e rendimenti ancora elevati. Siamo dell’idea che il ciclo del credito resterà solido, pur prevedendo una maggiore volatilità. Queste fasi temporanee di turbolenza, unite a un aumento della dispersione tra settori, paesi ed emittenti, aprono un ampio spazio a inefficienze di prezzo che possono essere sfruttate con un’attenta selezione dei titoli. Il cambio di regime, con le sue politiche più interventiste, l’orientamento domestico e il sostegno fiscale a settori chiave, non solo arricchirà ulteriormente il già ampio ventaglio di opportunità, ma potrà anche offrire nuovo potenziale di alfa.
Per gli investitori in titoli high yield, la combinazione di rendimenti interessanti e una struttura intrinsecamente a breve durata rende le obbligazioni ad alto rendimento europee particolarmente attraenti per chi desidera gestire il rischio di tasso o ridurre l’esposizione azionaria. L’attuale mercato europeo high yield ha visto un incremento della qualità rispetto ai tempi della crisi del debito, e i fondamentali restano solidi. Ci aspettiamo che i default rimangano vicini alle medie storiche, poiché gran parte dei prestiti più rischiosi si è spostata verso i mercati del private credit e dei leveraged loan. Il risultato è un contesto di rendimento favorevole per il segmento high yield europeo rispetto ad altre regioni, soprattutto se combinato con un quadro macroeconomico accomodante.