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Cosa significa un dollaro debole per gli investitori globali?

Alex King, CFA, Investment Strategy Analyst
Joshua Riefler, Product Reporting Lead
2 min di lettura
2026-09-30
Archiviato info
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hands holding counting american dollar

Le opinioni espresse sono quelle degli autori alla data di redazione. Altri team potrebbero avere opinioni diverse e prendere decisioni di investimento differenti. Il valore finale dell’investimento potrebbe essere superiore o inferiore a quello dell’investimento iniziale. Sebbene i dati di terze parti utilizzati siano ritenuti affidabili, non se ne garantisce l’esattezza. Destinato esclusivamente a investitori professionali e istituzionali. 

Il dollaro statunitense ha vissuto un inizio d’anno così difficile solo in poche altre occasioni negli ultimi 50 anni (Grafico 1). Perché? Le politiche tariffarie protezionistiche annunciate nell’aprile 2025 hanno scosso le aspettative di un perdurare dell’“eccezionalismo” statunitense

Più di recente, il dollaro ha compiuto timidi passi verso la ripresa, alla luce dei primi accordi commerciali raggiunti dagli Stati Uniti con importanti partner come l’Unione Europea e il Giappone. Tuttavia, i dettagli restano da definire e gli annunci a sorpresa del presidente Donald Trump su nuove tariffe a settori e paesi continuano a occupare i titoli dei giornali: l’incertezza sul commercio e su un ritorno della supremazia del dollaro, quindi, rimane elevata.

Grafico 1

Le azioni non USA potrebbero iniziare a sovraperformare quelle statunitensi?

Un perdurante stallo del dollaro potrebbe segnalare qualcosa di più ampio: un calo di credibilità degli Stati Uniti. Si tratterebbe di un cambiamento significativo, perché per molti anni il dollaro ha svolto il ruolo di valuta rifugio. Infatti, non solo i periodi positivi hanno sostenuto il biglietto verde, ma anche le fasi di stress di mercato, basate sull’aspettativa che gli asset denominati in USD avrebbero subito una volatilità relativamente inferiore rispetto a quelli legati a valute più instabili. Ora, è interessante notare che, sebbene la politica tariffaria statunitense miri a ridurre i disavanzi commerciali con altri paesi, paradossalmente la stabilità del dollaro e dei mercati USA ha spesso attratto questi flussi di capitale in eccesso dall’estero. In definitiva, se il dollaro perdesse questo status, si tratterebbe di un declino strutturale, in grado di ridefinire le esigenze di copertura valutaria dei portafogli e accelerare una rotazione fuori dagli asset rischiosi statunitensi, come le azioni. 

Cosa stiamo monitorando?

Alla luce di questo contesto, ci concentriamo su tre aspetti principali: 

  • Sviluppi politici negli Stati Uniti: la risoluzione delle politiche commerciali e gli esiti di bilancio potrebbero influenzare il sentiment sul dollaro.
  • Flussi di capitale: cambiamenti nella domanda estera di Treasury e azioni statunitensi possono indicare la portata e la sostenibilità di uno spostamento nella forza del dollaro.
  • Politica della Federal Reserve (Fed): la forward guidance e i segnali sul bilancio restano cruciali, soprattutto se eventuali sorprese su inflazione o crescita modificheranno le aspettative.

Tre implicazioni per gli investimenti

  1. Un dollaro più debole tende a favorire azioni globali, materie prime e mercati emergenti, ma l’incertezza legata ai dazi potrebbe complicare questa dinamica. L’indebolimento del dollaro indotto dai dazi potrebbe influire anche sugli utili societari: da un lato dando slancio alle multinazionali statunitensi, dall’altro mettendo sotto pressione gli utili generati negli USA dalle aziende non statunitensi. 
  2. Se il dollaro dovesse rimanere relativamente debole, potrebbero cambiare le esigenze di copertura valutaria dei portafogli, con effetti su rendimento e volatilità a seconda della valuta di base e dell’esposizione estera. 
  3. La Fed ha mantenuto i tassi d’interesse invariati, ma affrontare l’arretrato dei tagli potrebbe esercitare ulteriori pressioni sul dollaro. 

La ripubblicazione o la ridistribuzione dei contenuti di Refinitiv, anche tramite framing o mezzi simili, è vietata senza il previo consenso scritto di Refinitiv Refinitiv non è responsabile di eventuali errori o ritardi nei contenuti di Refinitiv, né di eventuali azioni intraprese sulla base di tali contenuti. Il logo di Refinitiv è un marchio registrato di Refinitiv e delle sue società affiliate. www.refinitiv.com

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