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Italia (Italy), Consulenti finanziari
Cambia sitoLe opinioni espresse sono quelle degli autori alla data di redazione. I singoli team di gestione possono esprimere opinioni differenti e prendere decisioni di investimento diverse. Il valore finale dell’investimento potrà essere superiore o inferiore a quello dell’investimento iniziale. Sebbene i dati di terzi utilizzati nel presente documento siano considerati affidabili, la loro accuratezza non è garantita.
Guardando al secondo semestre del 2021, intendiamo proseguire come segue:
A dicembre 2020 Wellington è divenuta membro fondatore e firmatario dell’iniziativa Net Zero Asset Managers. Tale impegno è il risultato di due delle nostre principali convinzioni: in primo luogo, che il cambiamento climatico presenta dei rischi sostanziali per aziende, economie e la società in generale, e quindi per i portafogli dei nostri clienti; in secondo luogo, che sostenere la transizione a un’economia a bassa intensità di carbonio sia nei migliori interessi finanziari di lungo periodo dei nostri clienti.
Alla data della presente pubblicazione 128 firmatari, pari a una massa gestita di USD 43.000 miliardi circa, hanno aderito all’iniziativa.1 Stiamo adeguando le strategie a una traiettoria di azzeramento delle emissioni entro il 2050 e definendo le strategie di azione sul clima in linea con la filosofia e il processo di investimento di ciascun team. A novembre annunceremo la massa gestita iniziale che, in accordo con i nostri clienti, è stata destinata ad essere gestita conformemente al conseguimento dell’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050, massa che prevediamo di incrementare con il passare del tempo.
Intendiamo utilizzare l’engagement come principale strumento per favorire la decarbonizzazione dei portafogli in base al nostro impegno verso l’azzeramento delle emissioni di carbonio nette. In qualità di gestori attivi, con accesso diretto al management e al consiglio di amministrazione delle società, riteniamo che l’engagement sia il mezzo più efficace per ampliare il lavoro di decarbonizzazione a tutela degli interessi dei nostri clienti nel lungo periodo.
Leggi di più sul nostro impegno verso l’azzeramento delle emissioni nette.
Ascolta le opinioni del nostro CEO e del team dedicato agli investimenti sostenibili.
Contesto normativo
Il contesto normativo odierno è orientato a promuovere una comunicazione trasparente in merito ai rischi climatici. L’amministrazione Biden ha ridefinito la politica sul clima come strategia di sviluppo economico e sta spingendo le autorità statunitensi a porre il clima in cima alle loro agende. In seguito alla recente richiesta della Securities and Exchange Commission (SEC) di fornire osservazioni sulle modifiche proposte dal presidente Biden, ci siamo dichiarati favorevoli a una rendicontazione obbligatoria e standardizzata delle emissioni di gas a effetto serra (GHG) (comprese quelle di Scope 1, 2, e 3) e altri fattori relativi alla sostenibilità. Ci siamo inoltre espressi a favore di analisi qualitative circa le strategie in materia di rischi climatici, mitigazione e adeguamento al cambiamento climatico e i piani di allocazione del capitale degli emittenti. Abbiamo invitato la SEC ad allinearsi ai quadri di riferimento esistenti in materia di informativa, ivi compresi la Task Force on Climate-related Financial Disclosures (TCFD) e il Sustainability Accounting Standards Board (SASB).
Nel Regno Unito prevediamo l’implementazione a livello nazionale dell’informativa in materia di rischi entro il 2025, cui faranno immediatamente seguito altre regolamentazioni. Ad esempio, l’autorità monetaria di Singapore ha pubblicato delle linee guida per la valutazione dei rischi ambientali mediante l’informativa TCFD da effettuarsi nel 2022.
Invito a fornire i dati di localizzazione
Nell’ambito del nostro engagement con le società e gli emittenti, abbiamo sempre incoraggiato il miglioramento dell’informativa sui rischi climatici in conformità con le raccomandazioni della TCFD. Crediamo che questo tipo di informazioni sia fondamentale per la nostra ricerca di investimenti e per comprendere l’esposizione delle società ai rischi legati al clima.
Sempre più imprese si stanno attivando per fornire informazioni circa le proprie emissioni di gas serra e il loro approccio strategico alla gestione dei rischi climatici; il pezzo mancante del puzzle per gli investitori sono le informazioni relative alla collocazione fisica degli immobili aziendali: sedi centrali, impianti di produzione o centri di distribuzione. All’inizio dell’anno, dopo aver analizzato 10.000 documenti relativi a un campione settoriale di 100 società rappresentate dall’indice S&P 500, siamo giunti alla conclusione che oltre il 90% degli emittenti aveva fornito dati di localizzazione insufficienti per consentirci di valutare in maniera esaustiva l’esposizione ai rischi climatici.
Nel tentativo di cambiare tale situazione abbiamo recentemente aggiornato le nostre linee guida sui rischi fisici del cambiamento climatico (Physical Risks of Climate Change, P-ROCC) del 2019, finalizzate ad aiutare i dirigenti delle società a valutare e fornire informazioni circa i possibili effetti dei rischi fisici legati ai mutamenti climatici sulle loro attività. In collaborazione con il Woodwell Climate Research Center, incoraggiamo le imprese a fornire informazioni circa la collocazione fisica dei beni e delle operazioni per aiutare gli investitori a svolgere valutazioni sui rischi climatici più accurate.
In Europa, i cambiamenti normativi in materia di finanza sostenibile procedono a un ritmo sempre più sostenuto. A marzo sono entrati in vigore i requisiti di livello 1 del regolamento SFDR dell’UE, ai quali Wellington si è conformata mediante la pubblicazione di varie informative, compresa quella sulle nuove policy e procedure aziendali, sul proprio sito internet. Abbiamo inoltre modificato 26 strategie di investimento al fine di soddisfare i requisiti dell’articolo 8 (“verde chiaro”) e altre quattro strategie in ottemperanza all’articolo 9 (“verde scuro”) del predetto regolamento.
Da marzo ad oggi abbiamo continuato a lavorare con i team degli investimenti per capire se fosse opportuno modificare il loro approccio in maniera analoga, ai fini di conformità con i principi green del SFDR. Prevediamo che tale impegno proseguirà il prossimo anno, dal momento che comunichiamo con i gestori di portafoglio in merito ai loro fondi e direttamente con i clienti circa i conti gestiti separatamente.
Stiamo rivedendo attivamente le nuove indicazioni relative ai requisiti di livello 2 del SFDR in merito all’adeguamento alla tassonomia europea e ai Principal Adverse Indicators (PAI). Miriamo a raccogliere nuovi dati, a migliorare l’attività di rendicontazione e ad analizzare le implicazioni in ottica di ricerca dell’ampia serie di dati necessari per valutare i PAI. Infine, le nuove linee guida sugli atti delegati di modifica delle direttive MiFID II, UCITS e AIFMD hanno fornito dettagli su come valutare, gestire e monitorare i rischi legati alla sostenibilità e valutare l’idoneità dei prodotti ESG.
Visto il ritmo a cui evolvono tali direttive, il nostro gruppo di lavoro Sustainable Investment Regulatory and Third-Party continuerà a lavorare al bilancio annuale al fine di garantire che Wellington sia pronta a conformarsi a tutte queste nuove misure e a collaborare con i clienti intenzionati, anch’essi, a soddisfare i nuovi requisiti.
1Iniziativa Net Zero Asset Managers, al 30 giugno 2021.
Per maggiori informazioni si rimanda alla pagina delle Informative importanti.
Il nostro approccio agli investimenti sostenibili
Riferimenti sito web
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