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Nuovi percorsi per gli investitori nel reddito fisso

Autori vari
2024-02-29
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Le opinioni espresse sono quelle degli autori alla data di redazione. I singoli team di gestione possono esprimere opinioni differenti e prendere decisioni di investimento diverse. Il valore finale dell’investimento potrebbe essere superiore o inferiore a quello dell’investimento iniziale. Eventuali dati di terzi utilizzati nel presente documento sono considerati affidabili, tuttavia non è possibile garantirne l’accuratezza. Destinato esclusivamente a investitori professionali.

Oggi chi investe nel reddito fisso ha a che fare con un contesto molto diverso rispetto al passato, il che ha profonde implicazioni per la gestione di portafogli composti da obbligazioni e soprattutto da titoli corporate.

In che cosa è cambiato il panorama dei mercati del reddito fisso? 

Paul: il contesto caratterizzato da tassi bassi e rendimenti obbligazionari scarsi che ha prevalso negli ultimi anni ha lasciato il posto a un panorama completamente nuovo. Nel 2020 chi investiva in obbligazioni governative aveva discrete possibilità di ottenere un rendimento negativo (in pratica pagava per detenere titoli di Stato), ma anche nei settori che offrivano i rendimenti migliori le performance complessive erano risicate. Oggi le obbligazioni presentano tassi più elevati e, nel caso dei titoli corporate, spread interessanti. 

Lo scorso anno le banche centrali hanno fatto un brusco dietro front in termini di politica monetaria nell’intento di riportare l’inflazione sotto controllo e a nostro avviso proseguiranno su questa strada. Secondo noi il nuovo regime di inflazione elevata, maggiore volatilità e politica monetaria più restrittiva non è temporaneo. 

Questo nuovo contesto crea delle vere e proprie opportunità per chi investe nel reddito fisso in un’ottica di lungo periodo, soprattutto nel segmento delle emissioni societarie, a condizione che ci si riesca a muovere in questo segmento con una certa destrezza, poiché, rispetto agli ultimi dieci anni, si tratta di un terreno inesplorato. 

Quali elementi occorre tener presenti per investire nel reddito fisso in questo nuovo contesto? 

Paul: il nuovo regime macroeconomico in cui siamo entrati ha coordinate nuove che influenzeranno le scelte e le valutazioni sul fronte obbligazionario. Il nostro team macroeconomico prevede un’inflazione più alta e più instabile, tassi di interesse più volatili, una politica monetaria più restrittiva, un aumento della dispersione soprattutto fra i titoli corporate e nuovi periodi di correlazione positiva tra obbligazioni e azioni. Vi saranno numerose opportunità, ma anche i rischi abbonderanno.

In che modo gli obbligazionisti devono affrontare questo cambio di regime? 

Paul: le regole di base sono ancora valide, tuttavia a nostro parere per investire con successo nel reddito fisso occorre fare delle valutazioni nuove. 

  1. Ripensare il ruolo delle obbligazioni  Un’inflazione più volatile metterà alla prova gli investimenti statici o passivi. Per questo potrebbero essere indicate allocazioni più dinamiche e diversificate. Prendendo in considerazione l’intero spettro del reddito fisso – vale a dire titoli di Stato, emissioni corporate e debito cartolarizzato – gli investitori possono avere maggiori possibilità di beneficiare delle caratteristiche fondamentali delle obbligazioni: liquidità, rendimento e performance non correlate a quelle azionarie. 
  2. Sfruttare la volatilità a proprio vantaggio – Dato il probabile aumento di volatilità e dispersione, riteniamo che un approccio attivo possa avere maggiori chance. Il reddito fisso è più ciclico di quanto si pensi. Nello specifico, il venir meno del sostegno delle banche centrali conferma una volta di più la nostra view: il segmento corporate è ciclico e una certa agilità negli investimenti è essenziale per destreggiarsi in un contesto che cambia rapidamente. Prevediamo un’enorme dispersione nell’andamento delle singole obbligazioni societarie nel prossimo ciclo. 
  3. Adottare più punti di vista – Il successo degli investimenti in questo nuovo contesto dipenderà dalla capacità degli investitori di reperire le informazioni necessarie. Una capacità che si può affinare adottando più punti di vista, spaziando cioè tra regioni, peculiarità e filtri. Non dimentichiamo che gli emittenti corporate fanno anche ricorso a finanziamenti pubblici o privati; in qualità di gestori di azioni e obbligazioni siamo convinti che chi ha accesso alle informazioni giuste circa le due facce del capitale di un’azienda sia in grado prendere decisioni di investimento con maggior cognizione di causa. Riteniamo inoltre che i fattori ESG possano incidere in larga misura sulla performance di lungo periodo, soprattutto a fronte dell’aumento della dispersione fra gli emittenti investment grade. 
  4. Occhi aperti sulla liquidità – I recenti avvenimenti nel Regno Unito hanno messo in luce ancora una volta l’importanza vitale di assicurare ai portafogli obbligazionari un profilo di liquidità adeguato a un mercato più volatile. 

Che cosa bisogna prendere in considerazione per investire nei prossimi 12 mesi? 

Paul: per i mercati obbligazionari si prospetta un anno interessante. Non prevediamo una recessione grave, ma non crediamo neppure che le banche centrali abbiano avuto la meglio sull’inflazione. Probabilmente avremo una recessione lunga ma di lieve entità e forse i rendimenti obbligazionari si confermeranno elevati più a lungo di quanto si attenda il mercato. Di conseguenza le obbligazioni societarie potrebbero registrare performance consistenti dal momento che le aziende hanno iniziato a ridurre l’indebitamento in seno ai bilanci a fronte di una crescita economica più lenta ma non catastrofica. Se l’andamento dei tassi prenderà i mercati in contropiede, ci saranno ulteriori ondate di volatilità, che a loro volta offriranno opportunità di sovraperformance ai gestori attivi.

Come stiamo modificando la nostra piattaforma per rispondere alle esigenze degli investitori nel nuovo contesto?

Francesco: è importante che gli investitori abbiano accesso a una serie di competenze in tutto l’universo del reddito fisso. Gestiamo asset obbligazionari sin dal 1928. Da allora abbiamo visto diversi cicli e costruito una solida piattaforma di soluzioni di investimento, con team dedicati ai segmenti investment grade e high yield. Tutte le nostre strategie si basano sulla convinzione che un approccio attivo costruito a partire dalla ricerca fondamentale sia essenziale per conseguire potenzialmente una sovraperformance nel lungo termine. 

Riteniamo che un simile approccio sia particolarmente adatto nel contesto attuale. L'aumento della dispersione, della volatilità dei tassi di interesse e della differenziazione a livello di Paesi genera opportunità entusiasmanti per chi investe nel reddito fisso in modo attivo. Tuttavia, a nostro avviso una ricerca approfondita e l’accesso ad ampie competenze regionali e settoriali rimangono fattori fondamentali per generare alfa. I nostri team di investimento sono indipendenti tra loro e possono quindi attenersi alla propria filosofia e al proprio processo di investimento. Al contempo fanno leva sulla nostra cultura collaborativa per cogliere tutti i punti di vista, che si tratti di approfondimenti dei team di gestione azionari o delle analisi dei nostri strategist in ambito macroeconomico o geopolitico. A nostro avviso, il mosaico di idee e vie che deriva dal dialogo interno risulta particolarmente importante per cercare di interpretare questo nuovo regime di mercato.

La liquidità resta un elemento decisivo in questa nuova realtà. Siamo orgogliosi di gestire portafogli estremamente liquidi e comprendiamo l’importanza di essere capaci di offrire ai clienti liquidità giornaliera quando ne hanno più necessità.

Che ruolo ha la sostenibilità nel reddito fisso?

Gianluca: crediamo che un’attenta valutazione dei fattori ESG sia oggi tanto importante quanto l’analisi fondamentale dei titoli di credito in termini di individuazione dei rischi e delle opportunità a livello di settori e di singole aziende.

I fattori ESG possono incidere in larga misura sulla performance aziendale nel lungo periodo, soprattutto a fronte dell’aumento della dispersione fra gli emittenti investment grade. Alla luce dei maggiori rischi associati ai fattori ESG, ad esempio in relazione al cambiamento climatico o alle problematiche lungo le filiere produttive e della rapida evoluzione delle normative, le aziende che evidenziano un buon andamento tendono a migliorare ulteriormente le proprie prassi in materia di sostenibilità. Dal momento che tale trend è in accelerazione aumenta anche l'importanza di saper individuare i probabili “vincitori” e “vinti” nella sfera ESG. 

Abbiamo avviato due importanti partnership con due istituti di fama mondiale nei rispettivi ambiti del cambiamento climatico: il Woodwell Climate Research Center e il Massachusetts Institute of Technology. I nostri gestori nel reddito fisso, che adottano una view di lungo periodo, devono sapere in che termini cambierà il clima, quali rischi fisici e di transizione esistono e come la società può supportarli in questo percorso di transizione. Le partnership di ricerca instaurate con il Woodwell e il MIT sono essenziali ai fini di un’analisi scientifica di questo tipo.

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