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NUOVE PROSPETTIVE

I possibili vantaggi di un approccio tematico nell’azionario emergente

Dáire Dunne, CFA, Portfolio Manager
2024-02-29
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Le opinioni espresse sono quelle dell’autore alla data di redazione. I singoli team di gestione possono esprimere opinioni differenti e prendere decisioni di investimento diverse. Il valore finale dell’investimento potrebbe essere superiore o inferiore a quello dell’investimento iniziale. Eventuali dati di terzi utilizzati nel presente documento sono considerati affidabili, tuttavia non è possibile garantirne l’accuratezza. Destinato esclusivamente a investitori professionali.

In occasione del tredicesimo compleanno di mia figlia, festeggiato poco tempo fa, sono salito sulle montagne russe Battlestar Galactica presso gli Universal Studios di Singapore. È stata un’esperienza tremenda: ho fatto un tuffo di 12 metri a 90 km/h sballottato su e giù cinque volte. Mi è sembrata una discesa infinita. Questa potrebbe essere una buona metafora per la performance delle piazze azionarie dei Paesi emergenti negli ultimi anni. Tuttavia, nelle ultime settimane i mercati emergenti, tanto tormentati nel 2022, hanno iniziato a mostrare segnali di distensione, motivo per cui sono sempre più ottimista circa le potenziali opportunità offerte da selezionate tematiche legate alle azioni dei mercati emergenti.

I fattori negativi del 2022 potrebbero trasformarsi in fonti di supporto. Perché?

Malgrado diverse piazze emergenti siano tuttora interessate da una serie di problematiche, le notizie e le valutazioni sono più incoraggianti e dipingono un quadro sempre più roseo per gli investimenti tematici nell’asset class. Nello specifico:

Ripresa degli indicatori economici anticipatori — Il differenziale di crescita del PIL tra Paesi emergenti e Paesi sviluppati, che all’inizio dello scorso anno ha raggiunto il minimo ventennale1, è ora in ripresa e migliora costantemente e gli indicatori anticipatori della crescita economica evidenziano un’accelerazione più sostenuta nelle aree emergenti. Tale evoluzione si deve in gran parte alla riapertura della Cina e dovrebbe essere sostenuta dall’allentamento della politica zero-COVID di Pechino e dall’adozione di misure di sostegno mirate. Migliorano anche le prospettive di crescita dell’India. 

Diminuzione delle pressioni inflazionistiche — Diversamente dalle controparti dei Paesi sviluppati, le banche centrali delle aree emergenti non hanno classificato l’inflazione come “transitoria” e hanno iniziato a inasprire i tassi 12 mesi prima; di conseguenza, in generale, i Paesi emergenti hanno registrato un’inflazione complessiva pari alla metà di quella osservata nelle economie avanzate. In presenza di tassi di interesse reali positivi e di un’inflazione moderata o in calo, riteniamo che le prospettive in termini di politica monetaria siano decisamente più favorevoli rispetto a quelle dei Paesi avanzati. 

Miglioramento della performance relativa grazie alle revisioni degli utili — Da quasi 18 mesi le revisioni degli utili aziendali nelle aree emergenti sono per lo più negative e probabilmente non osserveremo revisioni positive nel breve periodo, tuttavia le revisioni negative degli utili nei mercati avanzati evidenziano un’accelerazione su base relativa. Di norma, questo è un segnale forte di possibile sovraperformance dell'azionario emergente rispetto ai Paesi sviluppati.

Valutazioni più interessanti— Dopo il brusco derating osservato nel 2022, ora le valutazioni dell’azionario emergente appaiono convenienti sia rispetto ai dati storici, sia rispetto a quelle dei mercati sviluppati. Considerando gli utili rettificati per il ciclo, al momento l’azionario emergente scambia a un PE pari a circa la metà di quello dei mercati avanzati2, anche se questo quadro generale nasconde in realtà un certo livello di dispersione a livello di valutazioni. Interessante notare, ad esempio, che, in termini di valutazioni, gli asset cinesi scambiano quasi ai minimi storici e che gli asset indiani, per contro, presentano le valutazioni più elevate di sempre. 

Diminuzione delle pressioni legate al dollaro USA— Per molto tempo le sorti del biglietto verde hanno dettato il sentiment sui mercati emergenti; spesso, infatti, in presenza di un dollaro forte si osservava un calo della performance relativa sulle piazze emergenti. Dopo aver toccato un massimo ventennale nel 2022, il valore del dollaro USA (ponderato per l’interscambio) sembra ora perdere slancio3. Infatti il rallentamento dell’inflazione USA, la possibilità di incrementi più modesti dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve (Fed) statunitense e le attese di una crescita più fiacca hanno indebolito il dollaro e quindi allentato le pressioni sugli asset emergenti.

Quali sono i temi di investimento che beneficeranno di tale dinamica?

Per molti versi il 2022 ha rappresentato una specie di transizione e ora il quadro macroeconomico è molto diverso da quanto osservato dopo la crisi finanziaria globale. In tale contesto concentriamo la nostra ricerca su tre aree che possono presentare delle opportunità:

Inclusione sociale — Dopo 30 anni di flessione dei salari in varie economie ora è iniziato un processo inverso. Il principale catalizzatore di tale fenomeno è l’aumento dell’inflazione, ma c’era fermento già da qualche tempo. Nel settore industriale globale questo processo è in forte accelerazione e di recente le politiche governative tendono a rispecchiare la volontà della popolazione. La transizione verso un modello economico più inclusivo durerà parecchi anni. Tuttavia, a mio avviso andiamo inevitabilmente incontro a una estesa ridistribuzione della ricchezza, imposte sul reddito più proporzionali, un incremento della spesa sociale, maggiori investimenti nei servizi di base e una regolamentazione più solida in determinati settori. Tali cambiamenti sosterranno le aziende che agevolano e beneficiano di tale transizione.

Possibili temi che beneficeranno di questo trend: inclusione finanziaria, fornitura di assistenza sanitaria ed emancipazione sociale

Net zero — Dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, l’azzeramento delle emissioni nette è diventato un tema geopolitico: negli ultimi 12 mesi i costi dell'azzeramento delle emissioni nette sono cresciuti (incremento dell'inflazione, tassi di interesse e costo degli investimenti aziendali), ma è aumentata anche l'urgenza, per motivi di sicurezza nazionale, di ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Nel 2022 abbiamo assistito a importanti sviluppi sul fronte delle politiche in quest'area. Citiamo ad esempio l’istituzione, in occasione della COP27, del fondo “loss and damage” che fornisce assistenza finanziaria alle nazioni più vulnerabili al e più penalizzate dal cambiamento climatico e contribuisce ad accelerare la transizione alle energie pulite. 

Possibili temi che beneficeranno di questo trend: coscienza ambientale ed efficienza energetica

Nazionalismo economico — L’indice del rischio geopolitico della Fed si attesta al livello più alto dalla guerra in Iraq nel 20034 e la transizione verso un mondo multipolare prosegue a passo spedito anche grazie al ruolo di spicco della Cina. Prevediamo delle variazioni nei driver strutturali post-guerra fredda: deglobalizzazione anziché integrazione globale continua, istituzionalizzazione della concorrenza fra super potenze anziché stabilità geopolitica e politiche orientate a una maggiore sicurezza nazionale anziché focus unico sullo sviluppo economico. Ritengo che siamo alle soglie di un nuovo “super ciclo di investimenti in conto capitale” focalizzati sulla diversificazione delle filiere, sulla sicurezza alimentare, idrica ed energetica e sui settori strategici come biotecnologie, IA e difesa.

Possibili temi che beneficeranno di questo trend: smart data, automazione e robotica e infrastrutture digitali

Conclusione

A mio avviso un approccio tematico, proprio perché basato su trend strutturali, offre accesso a potenziali opportunità di investimento interessanti nell’azionario emergente. Un simile focus sui temi anziché su singole società o settori, di norma più esposti ai capricci del ciclo economico, come punto di partenza per la costruzione dei portafogli acquista ancora più appeal nell’incerto contesto macroeconomico odierno.

1,2,3,4Fonte: FactSet al 31 dicembre 2022.

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